Comunità terapeutica residenziale – Pitelli

Comunità terapeutica residenziale Pitelli

La COMUNITA’ TERAPEUTICA RESIDENZIALE di Pitelli a La Spezia, oltre a tradizionali percorsi riabilitativi per persone tossicodipendenti, anche in regime alternativo alla detenzione (affidamento terapeutico ai servizi sociali, arresti domiciliari) è specializzata anche sulla strutturazione di percorsi di residenzialità breve per persone alcooldipendenti.

pitelli

Il servizio di accoglienza assume una duplice funzione:

Accoglienza

Il servizio di accoglienza assume una duplice funzione:
da una parte è una porta aperta alla città della Spezia (a persone in difficoltà, loro familiari o amici, insegnanti o educatori adulti), oltre la quale è possibile trovare personale preparato al quale chiedere informazioni su questioni connesse alle dipendenze e ai servizi cittadini impegnati in tale direzione e dall’altra costruire un rapporto di sostegno su specifiche situazioni di difficoltà chiedendo una consulenza professionale.
L’accoglienza è la prima fase del percorso terapeutico – riabilitativo, nella quale viene attivato e ipotizzato il futuro progetto personalizzato legato all’inserimento in una delle due comunità residenziali gestite dalla Cooperativa.
La gestione dell’intero servizio di accoglienza è seguita da una equipe multi-disciplinare formata da:

  • 5 educatrici professionali
  • 1 psicologa
  • 1 responsabile di comunità terapeutica – educativa

L’ equipe, in funzione del tipo di oggetto di lavoro, ha assunto la seguente organizzazione:

  • per la gestione dell’area informativo – consulenziale si è costituito uno staff composto dalla figura dell’educatore professionale e delle psicologhe.
  • per il percorso di progettazione terapeutica – educativa si è costituito un coordinamento che prevede l’impegno e la presenza, in fasi differenti, di tutte le figure presenti nell’équipe dell’accoglienza in accordo con i servizi invianti (es: SER.D, NOA)

Procedura di accoglienza

La procedura di accoglienza prevede un numero di colloqui che può variare in relazioni alle problematiche del soggetto, alle comunicazioni del Servizio pubblico inviante (Ser.D, Noa) e disponibilità della struttura comunitaria.
I colloqui sono mirati a una prima conoscenza del soggetto richiedente, alla raccolta dati, alla compilazione scheda personale e alla valutazione dell’aspetto motivazionale.
Durante i colloqui, inoltre, si forniscono informazioni relativamente al contesto comunitario, il regolamento interno e il tipo di vita nell’ambiente interno.
Solo al termine della fase di colloqui si elabora, congiuntamente col Servizio inviante una prima ipotesi del progetto personale e la contrattazione e avvio del percorso della presa in carico.

Fasi terapeutico-educative

Il percorso terapeutico-educativo ha la durata di 18 mesi ed è suddiviso in 3 fasi:

  • Fase dell’accoglienza: è la prima fase del percorso, durante la quale la persona ha modo di porre un distacco dall’ambiente di provenienza e di affrontare la disintossicazione in un contesto protetto , affiancato costantemente dai membri dell’équipe multi-disciplinare con i quali inizia il processo di instaurazione di una buona alleanza terapeutica.
  • Fase terapeutica: durante questa fase la persona ha modo di iniziare un percorso terapeutico ed educativo focalizzato maggiormente sull’individuazione e la risoluzione delle motivazioni di base che hanno condotto all’uso di sostanze.
  • Fase del reinserimento lavorativo: l’ultima fase prevede lo sviluppo di un progetto individuale di reinserimento lavorativo finalizzato alla sperimentazione di un graduale distacco dalla Comunità attraverso una definizione dei livelli di possibile autonomia della persona

Regole di accoglienza per persone in disintossicazione

Ogni richiedente può essere ammesso in comunità anche se assume terapia metadonica in accordo col Servizio inviante di riferimento, col quale durante il percorso si programma eventuale scalaggio e durata.

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